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Bande giovanili

Bande giovanili fra disagio giovanile e politiche di prevenzione

Un uditorio attento e coinvolto ha assistito ieri 2 dicembre alla biblioteca Statale di Via Garibaldi di Macerata all’incontro organizzato dall’Associazione “Insieme in Sicurezza” sul tema “Bande Giovanili fra disagio e politiche sociali”, cui hanno partecipato Michele Calamanti, educatore di strada della Comunità di Capodarco, Giacomo Buoncompagni, assegnista della comunicazione di ricerca in sociologia di processi culturali e comunicativi dell’Università di Firenze, Mina Sehdev esperta di psicologia dell’Università di Macerata, con il coordinamento di Andrea Foglia animatore del “consorzio sociale”.
Assente il Presidente Romeo Renis, bloccato dal covid, a fare da “padrone di casa” è stato chiamato il Presidente Onorario Giorgio Iacobone, che nel saluto iniziale ha chiesto ai relatori di dare indicazioni concrete, anche al di fuori del politicamente corretto, senza pretendere una soluzione magica, nella consapevolezza della messa in discussione di valori importanti, della non sempre riuscita integrazione ed interazione degli immigrati e del disagio determinato dalla droga.
La Vice Sindaco Francesca D’Alessandro, nel porgere il saluto, ha sottolineato l’importanza della tematica in esame e come si dovrebbero riscoprire i valori educativi in famiglia e nella scuola, sostenendo l’importanza degli oratori e delle Parrocchie, come centri di aggregazione non solo per i cristiani, ma per tutti. Il Vice Sindaco ha quindi assicurato la vicinanza del Comune per ogni attività che possa contribuire a superare ogni forma di disagio.
Andrea Foglia, nel presentare i relatori ha condiviso l’analisi espressa dall’Assessore D’Alessandro, circa la solitudine e la depressione che oggi più di ieri colpiscono i giovani e sulla necessità che i giovani vedano nell’adulto un punto di riferimento. Spesso gli adulti non sono però credibili, e la non credibilità reale o percepita dell’adulto comporta l’impossibilità di instaurare un rapporto.
Mina Sehdev dell’università di Macerata ha fatto un’analisi articolata del fenomeno suddividendo le bande giovanili in 4 gruppi
• Quelle senza un vertice, composta essenzialmente da italiani
• Quelle dedite allo spaccio di droga e alle rapine e che ispirano ai clan della criminalità organizzata
• Quelle formate da stranieri di prima e seconda generazione
• Quelle dedite a reati specifici e che nell’agire insieme percepiscono una divisione di responsabilità, sentendosi quindi meno colpevoli.
In ogni caso le bande hanno un loro modus operandi e tendono al controllo del territorio, per cui emergono situazione di rivalità tra bande, con atti di violenze verbali e fisiche.
Michele Calamanti si è rivelato un pozzo senza fine, con la sua attività di educatore di strada. Per tanti anni ha accumulato tanta esperienza ed una casistica infinita, fatta di situazioni concrete che hanno attirato l’interesse della platea: dal ragazzo entrato nella gang a 13 anni per la mancata attenzione da parte della famiglia, al giovane che sosteneva con orgoglio di guadagnare dai cento ai 200 euro al giorno, al modo di approccio su strada, con la constatazione di come i giovani siano desiderosi di confrontarsi, alla ricerca di stare al passo con la moda, indossando scarpe Air Jordan o la felpa firmata. Michele ha comunque escluso che ci siano formazioni paragonabili a quelle dell’America latina, laddove le bande hanno segni distintivi tipo tatuaggi o indumenti che li contraddistinguono
Interessante l’analisi di Giacomo Compagnoni dell’Università di Firenze, che ha illustrato i vari fenomeni delle bande giovanili, evidenziandone le diverse fasi, le motivazioni ed il conseguente modus operandi. In particolare ha sostenuto la possibile connessione tra bullismo, baby gang e gang viste in tre fasi successive, alla stregua di una “ carriera criminale”! Tra le motivazioni emerse figurano la ricerca di identità, di un ruolo, il bisogno di far parte di una gerarchia, ma anche il bisogno di soldi, derivante da un martellamento della società verso l’avere. Infine Giacomo ha riferito come il digitale, il web porti questi ragazzi pubblicare tutto sui social, specie le loro azioni criminali, venendo facilmente individuati e perseguiti. Quindi l’apparire prima di tutto!!!
L’incontro si è concluso con un collegamento con Romeo Renis che ha ringraziato la direttrice della Biblioteca per la disponibilità dimostrata, i relatori, il pubblico e coloro che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento, in particolare Walter Busiello che ha curato il collegamento facebook in diretta e Giovanni Cioverchia, autore della accattivante locandina, che annunciava l’evento.